lunedì 14 maggio 2007

Studenti in fuga





Il movimento Vitactiva,

con il patrocinio del Comune di Corato
Venerdì 18 Maggio ore 19.00
Corato, Biblioteca Comunale
P.zza Sedile,43
Presenterà la Conferenza- Dibattito:
"STUDENTI IN FUGA,
quanti studenti partiranno dopo la maturità e perché?”


Il tema della conferenza nasce dal risultato di un lungo lavoro dei giovani di Vitactiva che hanno somministrato agli studenti dell’ultimo anno di tutte le scuole Medie Superiori di Corato e del Liceo Scientifico di Ruvo di Puglia dei questionari sul tema.
Il dato che induce alla riflessione è la diffusissima volontà di frequentare una facoltà fuori sede, ma soprattutto l’impossibilità di soddisfare tale “necessità” per motivi prettamente economici. Inevitabilmente questo dato induce a una riflessione sul piano sociale, dunque l’indagine realizzata da VitActiva apre la strada per un dibattito che abbia l’intento di garantire pari opportunità agli studenti di qualunque estrazione sociale. Un tracciato percorribile, a nostro avviso, è la discussione, con l’intento di realizzare sul nostro territorio le stesse condizioni riscontrabili nelle aree in cui si è manifestata maggiormente la volontà di trasferirsi. Assistiamo a una vera e propria “fuga di cervelli” a livello nazionale, che penalizza inevitabilmente il nostro territorio.

La Conferenza - Dibattito, moderata da Giuseppe Cantatore, caporedattore di ‘Coratolive.it’, vedrà la partecipazione dell’ On. Alba Sasso, (VII commissione parlamentare cultura, scienze e istruzione); del Prof. Dott. Onofrio Caputi Iambrenghi della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Bari; del Prof. Ennio Triggiani, preside della facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Bari; del Prof. Felice Tarantini del liceo Ginnasio Statale “A.Oriani” di Corato; dell’ass. Franco Caputo, Assessore alla Pubblica Istruzione di Corato e di Raffaele Angarano dell’Associazione Studentesca “Studenti Indipendenti”





Ufficio stampa Vitactiva

3 commenti:

molinilson ha detto...

Ritengo che sia quantomeno restrittivo ricercare la causa delle partenze degli studenti esculsivamente nelle carenze del nostro territorio, che a mio modo di vedere offre molto più di quanto non si voglia dare a vedere, fossilizzandosi su triti e ritriti luoghi comuni.

Punto primo: Abbiamo al sud due ottime strutture, e queste sono il policlinco, tanto criticato, ma estremamente funzionale dal punto di vista della sanità (è facile parlare delle cose quando vanno male, e non tutte quelle votle che i NOSTRI medici si mettono in luce anche livello internazionale), dal punto di vista umano (nel policlinico c'è un vero e proprio rapporto col paziente, costruito su delle basi di convivialità e socialità, non come al nord che siamo solo numeri, casi clinici isolati senza anima) e dal punto di vista universitario (basti pensare a quanti miei coetanei stanno brilalntemente inseguendo carriere mediche cooperando nella nostra struttura con ampio successo).

L'altra struttura incredibilmente sottovalutata è il conservatorio, il secondo per grandezza e importanza in Italia, non vorrei dire una sciocchezza, credo secondo solo a quello di Milano, quindi, migliore anche di quello di Roma e di tutte le altre realtà musicali italiane, decisamente più disastrate.

Inutile parlare dell'Ateneo, del Campus e di altre realtà universitarie considerate forse minori rispetto a certe loro colleghe Bolognesi, Senesi, Romane, Milanesi, ma che possono tranquillamente tenere il confronto, se per un attimo si dimentica quel suddetto pregiudizio verso Bari e si guarda un attimo alle cose per quello che effettivamente sono e valgono.

Dunque, per quale motivo si va all'università all'estero, o nel nord Italia? Non solo per ricercare migliori realtà, o necessariamente realizzazioni professionali.
Tutt'altro, sondando il terreno dei miei succitati coetanei, la moda di andare fuori è dettata da tre punti fondamentali:
1. ci si vergogna quasi di restare in sede, come se andare su facesse molto più stile. Una sorta di cosa VIP, insomma.
2. si tende a voler scappare il più lontano possibile da quanto fino ad ora ci ha ingabbiati, ovvero amicizie, famiglia (in primis, questa) e realtà scolastiche in cui anzicchè farci amare le materie e le strutture che ci circondavano, ce le hanno fatte odiare. Il merito è di prefessori troppo spesso impegnati a non guardare gli alunni caso x caso, ma a ingabbiarli tutti tramite un processo di massificazione fine solo all'insegnamento arido e fine a se stesso della materia in questione.
3. Si va fuori xkè troppo spesso si sente dire "voglio fare carriera" come se oggi giorno la carriera fosse l'unica cosa utile nella vita. Non più un lavoro, dunque, fine al sostentamento, al vivere bene, al mantenersi, al pensare ad un futuro solido.
ma una proifessione che ci realizzi, che ci dia fama, gloria, che ci faccia sentire sempre importanti, venerati, che ci faccia dimenticare le nostre debolezze, i nostri fallimenti.
é un processo psicologico, quindi, quello che ci porta ad inseguire la carriera e l'arricchimento spasmodico, per rifarci delle frustrazioni che la vita di oggi ci propina. Saremo quindi continuamente in competizione, con noi stessi e con glia altri, e io sono convinto che nessuno più ormai pensa alla famiglia, agli affetti, ai lavori più comuni che servano a conservare al tuo fianco un amore, le persona care, la tua città, la tua partitella a pallone con gli amici.
Oggi si rinuncia all'amore, agli amici, a tutto, pur di fare carriera, perchè se non vai fuori sei un fallito, un perdente, uno con la mentalità arretrata che non avrà mai successo.
io condanno fermamente questo modo di pensare e sono foriero dei vecchi valori.
Restate qui, e aiutate a crescere le nostre valide strutture!

Antonio Molinini.

Vittorio ha detto...

Un'analisi interessante, largamente opinabile su alcuni punti ma valida e condivisibile su molti altri (sicuramente nell'esclamazione finale).

Proprio a ragione di questo ti invito la prossima volta a prendere posto e parola durante il dibattito, che serve appunto a questo: capirne di più.

Grazie a tutti gli altri della partecipazione.

Vittorio

molinilson ha detto...

Volentieri!