martedì 27 novembre 2007

Città: perchè torni finalmente nostra.

Uno dei maggiori giornalisti italiani, il milanese Curzio Maltese, sbarca a Corato per presentare il suo ultimo lavoro: I padroni delle città.

Un lungo reportage sullo stato di salute delle nostre città e un importante spunto di riflessione sulla realtà democratica del nostro Paese.
L'iniziativa organizzata dall'Arci-la Locomotiva, dalla libreria Ambarabacicicocò, e da noi di VitActiva si è tenuta venerdì nell'auditorium dell'Istituto d'arte.

Il dibattito, tenuto dal membro del direttivo dell'Arci dott. Giuseppe Quercia, è stato piacevole e interessante e non è mai scivolato sui binari della banalità e dell'invettiva.
Tutti gli argomenti toccati dal giornalista sono stati enucleati attraverso una minuziosa descrizione di luoghi ed eventi ed esposti alla luce di considerazioni mai scontate.
Il viaggio di Maltese è partito da un Sud ancora drammaticamente slegato dal resto d'Italia (unico caso in Europa) facendo tappa in Puglia per due volte: a Taranto, città in profonda crisi economica e culturale, e a Bari, che nonostante una ripresa evidente vive ancora una lacerazione tra la sua parte "bene" e quella più degradata.
Il giornalista prosegue la sua avventura toccando realtà fondamentali come quella della capitale, di Firenze, Genova e Torino, fino a raccontare lo squallore di una città che sta morendo: Milano.

Il filo conduttore di questo originalissimo prodotto giornalistico è quello della consapevolezza della peculiarità, tutta italiana, del ruolo che le città investono nel quadro generale della nazione.
La straordinaria eterogeneità dei nostri paesi è testimoniata da un fermento civile e culturale che dimostra coma la società civile non si sia arresa alla meschinità del potere, nè alla sua mediocrità.
Il conflitto nasce quando questa società civile deve fare i conti con una realtà cittadina dominata da poche persone: una sorta di oligarchia industriale che dispone a proprio piacimento della città come un Signorotto col suo feudo. Risulta inevitabile il processo che trasforma i cittadini della polis in vassalli.
Per non perdere contatto con la realtà è necessario alzare la testa, riappropriarsi con decisione della propria agorà per dare alla città il valore che le spetta.

Esattamente quello che da circa un anno fa Vitactiva con Corato.

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